Vhs e floppy disk: il ritorno all’analogico dell’artista americano Hollis Brown Thornton
Solo un ventennio fa i film, la musica, i giochi elettronici, le fotografie occupavano uno spazio fisico. Chi ha vissuto gli anni Ottanta si ricorderà delle videocassette disposte in fila sugli scaffali, ognuna con la sua etichetta con il titolo del film scritto in bella grafia; dei mangianastri che riproducevano suoni da quelle cassette che spesso si riavvolgevano con la penna per non consumare batteria; degli album di foto che prima di vedere si dovevano aspettare almeno un paio di giorni, il tempo necessario al fotografo per svilupparle, e che, se venute male, si tenevano lo stesso. Nessun tasto “elimina” a nascondere gli scempi fatti con la pellicola.
Per la generazione Internet questo è di puro interesse storico, il medioevo della tecnologia che si studia per conoscere il passato; per molti di noi che quell’era l’hanno vissuta è un insieme di ricordi, quasi sbiaditi. Per Hollis Brown Thornton è arte. Hollis è un artista americano della Carolina del Sud, classe 1976, che, avendo avuto esperienza diretta di quell’epoca, ha deciso di tradurre in opere il suo personale ricordo di questo recente passato. Il risultato è un’interessante produzione di opere (dipinti e immagini con pennarello) che hanno come soggetto gli oggetti simbolo dell’analogico, vhs, floppy disk, vecchi videogiochi Atari. L’idea di fondo, come filo conduttore che attraversa l’intera produzione dell’artista, è che la transizione è un elemento chiave, che molte cose importanti cambiano nel corso di una vita, che il senso di stabilità è illusorio.
Partire dai ricordi che abbiamo di un oggetto, di un’esperienza, di un evento rende la visione di quell’oggetto, di quella esperienza, di quell’evento ancora più intima, personale. L’arte è già per definizione un’interpretazione della realtà; l’interpretazione artistica di un ricordo mette a nudo non solo l’idea ma anche il processo che ha permesso la formazione di quel ricordo. Dello stesso oggetto si ha memoria diversa, dello stesso evento si hanno racconti diversi almeno quanti sono i partecipanti. Ognuno immagazzina e alimenta il ricordo in modo del tutto personale, mettendo in esso parte di quello che è e che è stato. Un concetto difficile da tradurre in arte ma parecchio interessante.
La carta da parati, con disegni tipicamente anni Ottanta, che Thornton mette come sfondo alla sua pila di videogiochi obsoleti, può rappresentarne un esempio. Potrebbe essere ciò che si ricorda della sua infanzia? Può darsi che sia così, di fatto è la sua personale elaborazione di un oggetto di cui sicuramente ha avuto esperienza diretta. Partendo da vecchie foto di famiglia e immagini della cultura pop, utilizzando una tecnica particolare che permette di trasferire i pigmenti su carta, l’artista americano sembra ridare modernità a ciò che è superato, in un’ideale continuità tra recente passato e un presente fin troppo fuggevole. È un tempo a cui non sembra guardare nemmeno con tanta nostalgia dal momento che lo fa rivivere in modo del tutto originale in un mix di tecniche vecchie e nuove in un’ineluttabile evoluzione. Forse è più lo spettatore che osservando le opere di Hollis ricorda gli anni dell’analogico con il sorriso malinconico di chi ha vissuto un’epoca che sembra distante anni luce.
Hollis Brown Thornton dal 2005 lavora a tempo pieno come artista nel suo studio di Aiken, Carolina del Sud. Le sue opere sono sparse in gallerie di tutto il mondo ed in collezioni private, e assolutamente contemporaneo lo potete acquistare sul web, magari anche solo come skin-stickers per il vostro Ipad o Smartphone. Nel 2013 sarà presente con una personale alla Linda Warren Gallery di Chicago.
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