Con “The social network”, Facebook sul grande shermo
Confessate. Chi di noi non ha un account Facebook? Dalle adolescenti alle nostre mamme, tra chi lo utilizza solo per sbirciare le foto delle vacanze degli amici e chi invece vuol sempre essere “presente sul fatto”, l’avvento del social network ha indubbiamente cambiato lo stile di vita di almeno 500 milioni di persone (tanti sono gli iscritti ad oggi) ma si conta che arriveranno presto a un miliardo (se ad ogni utente fosse assegnata una cittadinanza virtuale, Facebook sarebbe la terza più grande nazione al mondo).
Provate ad ascoltare le conversazioni in autobus, treno, metro mentre andate e tornate dal lavoro. Sicuramente almeno in una conversazione su tre si citerà il più grande social network, con tutti i nuovi termini annessi e connessi al sistema: taggare, postare, linkare; basti pensare che nella vita quotidiana a tutti noi, almeno una volta non è stato chiesto “mi dai il tuo numero?” bensì “ti aggiungo su Facebook”.
Chi l’avrebbe mai detto sei anni fa a Mark Zuckerberg, brillante “nerd” di Harvard e creatore insieme a Eduardo Saverin e Sean Parker della più grande piattaforma di comunicazione virtuale al mondo? Ebbene tutto questo diventerà un film dal budget di 47 milioni di dollari. La vita romanzata di Mark Zuckerberg e compagni sarà a breve presente sul grande schermo nel film “The Social Network”, film diretto da David Fincher autore di “Figth Club” e “Lo strano caso di Benjamin Button”. Aaron Sorkin, che firmò il serial tv “The West Wing” sulla vita alla Casa Bianca ha per l’occasione adattato per il film il libro di Ben Mezrich “Miliardari per caso – L’invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e tradimento”. Il film è atteso il 24 settembre al New York Film Festival, visto che è stato scelto come film d’apertura della manifestazione. Uscirà poi negli States il 1 ottobre e da noi il 12 novembre.
Sebbene il logo azzurro con scritta bianca del titolo del film sia identica a quella di Facebook il biografo ufficiale della compagnia, David Kirkpatrick e lo stesso Mark Zuckerberg si allontanano e smentiscono l’adesione del film con la realtà. Forse non è piaciuto come sono stati narrati gli anni studenteschi della creazione in ibrido del social network. La narrazione parte dalle fondamenta di Facebook, ovvero quando i protagonisti rubarono le foto e le schede degli studenti del college per metterle in linea e lanciare il concorso sul più bello e la più bella. Le denunce non mancarono e giunsero fino alla causa per i diritti creativi da 600 milioni di dollari indetta contro Zuckerberg, interpretato da Jesse Eisenberg, da parte di Saverin (Andrew Garfield), suo collega ma poi sostituito da Sean Parker, il creatore di Napster (il primo sistema di file sharing) interpretato, forse “ironicamente”, da Justin Timberlake.
Ma non si parla solo di genio, di creazione e di intuito. Anzi, l’ altra faccia della medaglia è ben delineata. Forse è stata proprio questa a non convincere Zuckerberg che infatti non sponsorizzerà il film su Facebook. Parliamo dell’essere degli anti eroi, del “sesso droga e rock and roll” annunciato anche dalla colonna sonora, una cover di Creep dei Radiohead cantata da un coro di ragazzine belghe, “Scala & Kolacny Brothers”.
Si parla di amicizia di solitudine e di potere. Probabilmente è solo una delle versioni possibili di una storia vera. Ma in fondo, cos’è veritiero su Facebook? Solo una cosa è certa: “Non puoi avere mezzo milione di amici senza farti qualche nemico”.
Curiosità: sembra sia in arrivo anche il film sugli inizi di Google tratto stavolta da “Googled” di Ken Auletta.
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