Siate “brevi” e anche “corti” per partecipare al Festival di Clermont-Ferrand
“La sintesi è tutto nella vita”. Così mi ripeto spesso, quando anche in una discussione non si arriva mai al punto. E così dovrebbe essere anche per l’arte. Per chi come me è immerso nell’arte fino al collo, a volte si perde un pò il filo del discorso facendoci porre ad un certo punto la domanda “ma di cosa stavamo parlando?”.
Ma è nel cinema che essere “brevi”, nel senso più ampio del termine, la si può considerare una vera e propria dote. Come nella scrittura, nella fotografia e persino nella moda, sintetizzare ciò che si vuole dire/rappresentare è dono forse solo dei più grandi artisti. Così facendo io che guardo, che leggo, che ascolto, coglierò subito il messaggio. Questo perchè non sarò in grado di distrarmi. Nel cortometraggio troviamo tutto questo. Troviamo una storia, una narrazione, un significato, il tutto svelato in pochi minuti. Voi ne sareste in grado?
Nel cuore della Francia, in una cittadine prettamente industriale, si svolge annualmente il più grande festival di cortometraggi europeo. Secondo solo al Festival di Cannes, il Festival di Clermont-Ferrand (dal 4 al 12 febbraio 2011) che ha lanciato registi come Pierre Jeunet, per il terzo anno promuove l’Euro Connection, il forum di incontro organizzato nell’ambito del Festival di Clermont Ferrand – Marché du Film Court che sostiene e sviluppa la realizzazione di cortometraggi in forma di coproduzione europea, di cui anche quest’anno è referente per l’Italia il CNC-Centro Nazionale del Cortometraggio.
Avete fino al 29 ottobre per partecipare con la vostra opera ad una delle sezioni in gara! Oltre alle tradizionali Nazionale, Internazionale, il Laboratorio digitale, giunto al suo decimo anno, promuove e sostiene le contaminazioni tra pellicola e nuove tecnologie. Nel Short Film Market, uno spazio di 1200 mq., a pochi passi dalla sede principale del Festival (la Maison de la Culture), troviamo ogni anno gli stands dei professionisti accreditati, che possono visionare le opere, incontrare i registi, e comunicare anche attraverso un efficiente sistema di “caselle postali” in rete.
I temi che via via si susseguono nelle opere vincitrici appaiono tra i più variegati: spaziano dalla creatività all’impegno. Non c’è un filo conduttore bensì la propria originalità declinata su argomenti e punti di vista differenti. Basti osservare i corti che hanno vinto la scorsa edizione. Dall’analisi intima, personale di Dónde está Kim Basinger? di Edouard Deluc vincitore del Gran Premio Nazionale e di Comme le temps passe di Cathy Verney che ha ricevuto il Premio del Pubblico, al tema dei rifugiati politici affrontato da Christophe Le Masn in Annie de France, Premio Speciale della Giuria e in On the Run With Abdul degli inglesi Kristian Hove, James Newton , David Lalé, Royaume-Uni premiati dalla stampa.
Gli italiani l’anno scorso hanno trionfato nella sezione Internazionale, vincendo il Gran Premio con Blue Sofa di Pippo Delbono , Giuseppe Baresi , Lara Fremde. L’etereo e la commistione di generei prevalgono in questa sezione che ha visto plurivincitore il corto norvegese Sinna mann di Anita Killi, Miglior Film d’Animazione e Premio del Pubblico, ma anche un Premio dei Giovani consegnato a un film che affronta il tema della violenza come Efecto Dominó di Gabriel Gauci.
Ma l’animazione è la vera sovrana. La sezione Lab è quella più ricca di sorprese inaspettate. L’italiano Donato Sansone, con il suo Videogioco, sperimenta varie forme artistiche portate all’ennesima potenza dal corto Petite Anatomie de l’image di Olivier Smolders. Nel massimo di 30 minuti viene detto tutto. Quello che c’è o non c’è da dire. E’ che il superfluo viene meno. Come la pasta dei biscotti che eccede quando si preparano con le formine. Così nei corti. Si hanno delle forme perfette senza eccedere con l’impasto.
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