Per Addy van den Krommenacker regna il plissè dai toni revival
Il fatto che ad applaudire l’olandese Addy van den Krommenacker sia soprattutto un pubblico di giovani e giovanissimi ci dovrebbe far perlomeno pensare. Anche solo perché la Glamourous Peacefull Warrior Woman (GPWW), così definita dallo stesso stilista la donna per la collezione primavera/estate 2011, ha un’immagine che richiama evidentemente le grandi dive del passato come Brigitte Bardot e Jane Fonda. Gli anni del grande cinema tornano fra noi, prepotentemente. E vi lascio immaginare.
Ma cos’è allora che affascina di uno stilista come Addy vanden Krommenacker? Probabilmente è la sincerità con cui lo stilista affronta l’ispirazione fortemente glamour della propria Haute Couture. Possiamo parlare con cognizione di causa di un certo “eccesso del gusto”, di femminilità statuaria accentuata e satura di eleganza mista a toni revival. I colori aiutano, o meglio, arricchiscono i toni grazie all’uso del bronzo, l’oro, il giallo, il kaki, il color sabbia e una vasta gamma di verdi. Un mix inconfondibile che intelligentemente porta in evidenza le forme femminili. I tessuti, anch’essi come i colori, non sono da meno in questo gioco di equilibri. L’organza, la garza di seta, il mikado ed infine lo chiffon tipico dello stilista si uniscono a lunghezze variabili dove il gioco forza lo fa il plissè.
Addy van den Krommenacker lo usa in maniera impeccabile il che non sta a dire che non sia discutibile o non apprezzabile. Celebre ovunque per i suoi “abiti nuvola” li orna con organza dipinta a mano e tre stampe create appositamente per la collezione primavera/estate 2011. Gli abiti da sera infine sono confezionati in stoffe come pizzo ornato da paillettes, organza, chiffon, dai toni che vannoo dal bianco assoluto al rosa, passando per l’ecrù, sempre e comunque in tema con l’esaltazione assolutamente volontaria dell’immagine della donna matrona. Ed il pubblico rivela lo stile della collezione. Qui seduti c’erano un erede di Andy Warhol e Marina Ripa di Meana. In fondo sono “esaltazione” di qualcosa anche loro. Se non del “gusto” di qualcos’altro sicuramente.
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