Parigi: Anish Kapoor espone un’opera “unica” al Grand Palais
Lo spazio monumentale del Grand Palais ha ispirato un’idea gigantesca: “Monumenta”.
Ogni primavera, un artista contemporaneo è invitato a creare un’opera speciale per i 13.500 m2 della navata del Grand Palais. Nel 2011, è lo scultore britannico Anish Kapoor a raccogliere con entusiasmo la sfida di “Monumenta”, dopo Anselm Kiefer che partecipò alla prima edizione 2007, Richard Serra nel 2008 e Christian Boltanski nel 2010.
Nato a Bombay nel 1954, Anish Kapoor si trasferisce a Londra nel 1973 per studiare al Hornsey College of Art.
Il suo talento viene presto riconosciuto da numerose istituzioni ed onorato da prestigiosi premi (Premio Duemila, Turner prize ), arrivando giovanissimo ad esporre nei maggiori musei (Guggenheim, Tate Modern, Royal Academy ).
E’ uno scultore che chiama in causa lo sguardo dello spettatore, risveglia le sue emozioni stimolandone i pensieri.
Le dimensioni monumentali, le forme evidenti e semplici, anche se solo in apparenza, i colori sensuali e seducenti creano il fascino che le sue opere hanno innegabilmente sul pubblico.
Il successo popolare della Cloud Gate di Chicago e dello Sky Mirror esposto in decine di piazze, parchi e musei dalla sua creazione nel 2001, testimoniano la sua capacità di parlare ad ogni tipo di spettatore, di ogni ceto, sesso ed età.
Per l’esposizione parigina, Anish Kapoor immagina una scultura unica, gigantesca, che riesca a dialogare con le monumentali dimensioni della navata del Grand Palais.
L’artista la descrive come “un solo oggetto, una sola forma, un solo colore“.Sono soprattutto l’enorme volume, un’altezza di 35 m e la mutevole illuminazione solare a preoccupare ed allo stesso tempo ispirare l’artista.
Ciò che Anish Kapoor si augura é che il visitatore s’immerga nel colore, entri nella scultura ed acceda ad un’esperienza contemplativa e poetica.
Lo scopo è quello di fare entrare in risonanza l’opera ed il suo fruitore: “Io penso che non ci siano spettatori innocenti (…). L’arte astratta, in particolare la scultura, sviluppa questa idea che lo spettatore partecipi allo stesso tempo con il suo corpo e la sua memoria (…). Quello che mi interessa è che ci sia un senso in questo processo: quando la memoria ed il corpo percorrono, attraversano un’opera d’arte qualcosa avviene, qualcosa cambia”.
L’esposizione sarà visitabile dal’11 Maggio al 23 Giugno dalle 10 alle 24, un orario insolito per una manifestazione artistica ma che sottolinea la grande fruibilità concessa al pubblico per questa mono-esposizione. Questo processo di democratizzazione dell’accesso all’arte contemporanea è sostenuto anche dalla messa a disposizione di alcuni médiateurs spécialisés gratuits, ossia mediatori culturali che accompagnino lo spettatore nella sua esperienza.
Quanto al suo rapporto con Parigi, conviene lasciare la parola a Kapoor stesso: “Parigi é una delle città più belle al mondo; molto più che Londra e sono contento di poterlo dire. Ho una storia particolare con lei. La mia prima esposizione, quando ero ancora un artista debuttante, ha avuto luogo qui oramai 30 anni fa. E’ un legame molto particolare perché da allora, curiosamente, ho esposto a Parigi molto raramente.”
Una piccola curiosità: chissà se Anish Kapoor abbia mai pensato di installare lo Sky Mirror davanti al Taj Mahal?
Ciao Alessandra.
Brava!
Hai trasmesso bene il tuo giudizio positivo,si verrebbe a Parigi anche solo per quest’opera.