Milano: “WOW”! Così esclama il primo MUSEO DEL FUMETTO d’Italia
Come fu e come non fu…. Così esordiva Silvio Spaventa, giornalista, scrittore, nel presentare uno dei giornali per ragazzi più longevi e popolari d’Italia, il Corriere dei Piccoli. Era il 27 dicembre 1908: chiunque al costo di 10 centesimi ne potè portare a casa il primo numero in una Milano, storica sede del Corriere della Sera, che si apprestava a divenire la futura capitale della Nona Arte.
Qui, dopo più di un secolo, viene aperto per la prima volta in Italia un museo dedicato esclusivamente al fumetto, WOW Spazio Fumetto. Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata, nella sede di Via Campania 12 dal 2 aprile, in un edifico di archeologia industriale ex deposito ATM costruito nel 1926, acquistato dalla Motta nel 1960, dismesso nel 1985 e poi acquisito e riqualificato dal Comune di Milano con il contributo di personaggi come Renzo Piano o la Scuola di formazione Meda.
Nel museo ci aspetta una collezione permanente fornita dall’intenso archivio della Fondazione Franco Fossati, già organizzatrice del Cartoomics 2011 e creatrice di mostre sul tema del fumetto come la mostra di quest’anno Milano Veste Fumetto. Ci saranno poi mostre ed eventi sui due pieni dell’edificio che “parleranno” del fumetto, del cinema d’animazione, dell’illustrazione e della letteratura di genere. Il fumetto “moderno” e non quindi una semplice narrazione per immagini, come gli appassionati avranno letto in The Comics pubblicato nel 1947 da Coulton Waugh, ha una storia che parte dall’altra parte dell’Oceano, dagli Stati Uniti.
Il timbro d’inizio, la prima nuvoletta della storia del fumetto contemporaneo, è affidato al personaggio di Yellow Kid creato da Richard Felton Outcault e pubblicato a partire dal 1896 sul supplememto domenicale del New York World. Da qui il fumetto diventa un “fenomeno culturale”, un nuovo mezzo di comunicazione, insomma, il fumetto “prende coscienza di se”, riprendendo le parole di Franco Fossati su Yellow Kid. Qui in Italia il fumetto declina generi diversi per pubblici diversi che toccano dai giovani ai meno giovani.
Ci sono così gli appassionati lettori dell’ever green Topolino, del sapore “giallo” di Dylan Dog o Diabolik, delle assurde peripezie di Lupo Alberto, dei sapori vintage del Signor Bonaventura protagonista del Corriere dei Piccoli e poi del Corrierino: otto vignette, ciascuna corredata da un testo in versi. Tutti nati e prodotti nel capoluogo milanese dove il museo del fumetto ospiterà una serie di esposizioni temporanee, tra cui una mostra dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia raccontata dai fumetti. Altri appuntamenti saranno dedicati all’avventuroso mondo di Salgari, ai mostri di Dylan Dog (per festeggiare degnamente il 25° anniversario della testata ma anche Halloween) e, per il 2012, al mito della fine del mondo raccontato a fumetti.
Si inizia però il 2 aprile fino all’8 maggio con la mostra d’apertura Editori Coraggiosi, Milano e il fumetto, dove si accentuerà ancor di più il legame tra la città e la Nona Arte. Come? Attraverso le case editrici che hanno fatto la storia dell’editoria del fumetto. 250 editori tra cui il primo numero dei 4466 successivi del Corriere dei Piccoli, Il Giorno dei Ragazzi che fu un supplemento settimanale a fumetti del giovedì de Il Giorno uscito in 590 numeri dal 28 marzo 1957 al 19 dicembre 1968, l’Universo, editore de L’intrepido, rivista a fumetti avventurosi italiani e stranieri, tra cui Dick l’Intrepido, che diede il titolo alla rivista, e Il Monello, nata nel 1933, che deve il suo nome al protagonista del film di Charlie Chaplin, il Monello, che accolse tra le sue pagine fumetti e strisce divenute piuttosto celebri, come Arturo e Zoe, così come illustrazioni di autori altrettanto celebri, come Walter Molino.
Ci sono poi la Mondadori e Disney (Topolino), Bonelli (Tex, Martin Mystère, Dylan Dog), Astorina (Diabolik), Corno (Alan Ford, L’Uomo Ragno, Eureka), MCK (Lupo Alberto). Inoltre verrà data visibilità alle recenti realtà editoriali come Hazard, BD e ReNoir. 80 pannelli con tavole originali di autori come Jacovitti, Rubino, Scarpa, Villa e Rebuffi, i numeri uno di Topolino e Paperino, di Tex, degli Albi del Falco, di Diabolik, Kriminal, Alan Ford e L’Uomo Ragno, con delle ulteriori chicche come i Caroselli e il filmato della prima mostra dei fumetti in Italia al Palazzo di Giustizia a Milano nel 1950, filmata dall’Istituto Luce. Il fumetto può essere ben definito come l’arte che riesce di più e in modo più semplice a comunicare con il suo pubblico: tocca chiunque, piace a tutti, non è elitario pur essendo settoriale, arriva alla comunicazione in modo diretto e “leggibile”. Come il Corrierino in alcuni numeri degli anni ’60 superò le 700.000 copie di tiratura. Quale arte potrebbe fare di meglio?
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