Inaugurazione di “ATTO PRIMO”, opera di Daniele Spanò
“Atto Primo” di Daniele Spanò, è la celebrazione del dialogo tra arte e spiritualità, un misterioso connubio che l’artista esplora attraverso un’installazione multimediale. L’inaugurazione è fissata per domenica 19 maggio alle ore 19:30, presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto, graziosa chiesa in stile barocco di Piazza del Popolo a Roma, nota come “Chiesa degli artisti” per il particolare rapporto che questo luogo sacro ha con il mondo della cultura e dell’arte, celebrando tutte le domeniche una messa a cui prendono parte i suoi esponenti.
L’esposizione fa parte dell’iniziativa “Una porta verso l’infinito”, un programma d’incontri ed eventi, promosso dalla Diocesi di Roma in collaborazione con l’Ufficio Comunicazioni Sociali del Vicariato, che mira a rivalutare l’arte, nelle varie forme espressive, come strumento da sempre nelle mani dell’uomo per dare vita ai suoi desideri, agli aneliti più profondi del suo essere e ai valori su cui quotidianamente si basano le nostre azioni.
In questo momento di crisi, non solo economica ma anche morale e spirituale, si avverte sempre di più il bisogno di appropinquarsi all’arte, preziosa nella ricerca dell’Assoluto. Daniele Spanò, di formazione scenografo, si avvicina nel 2004 all’arte visiva e nel suo percorso di crescita approda ai nuovi linguaggi multimediali, in particolare ai video proiettori. L’installazione è difatti un genere dell’arte visiva, un’opera tridimensionale che si ripropone di sollecitare la percezione dello spettatore e di stimolarne la partecipazione emotiva, facendolo diventare parte integrante, un tutt’uno con l’ambiente e l’opera stessa.
Entrando nella Basilica, ai lati dell’abside, appaiono nel buio dell’architettura due volti, un uomo e una donna, affiancati, che sembra guardino verso l’infinito. Le immagini, proiettate su due grandi teli di tessuto che scendono dalle balconate, emergono dalla trama in maniera tenue, quasi vogliano dissolversi nello spazio. Il suono di uno strumento a fiato accompagna il movimento continuativo dei teli, come fosse un alito di vento che accarezza i volti.
Così “Atto Primo” coinvolge lo spirito del fruitore, ognuno in maniera differente così come la fede arriva a ogni animo in modo diverso. La percezione dell’infinito varia con gli occhi e la sensibilità dell’essere, così come la bellezza dell’arte non parla a tutti con la stessa modalità, ma seguendo i percorsi interiori di ciascuno di noi. Fulcro della poetica dell’artista è l’intrigante rapporto tra luce e spazio, immagine e movimento, espressione di bellezza e spiritualità, che destano emozioni e riflessioni nella ricerca di un “oltre” che da secoli accompagna la vita dell’uomo.
Già nel 1800 il giovane Leopardi descriveva nell’Infinito le stesse emozioni che oggi Spanò ripropone in chiave moderna mediante un’istallazione multimediale. Lo sguardo verso l’orizzonte e il rumore del vento, soffermavano il poeta a riflettere, a lasciarsi avvolgere, corpo e spirito, dall’immensità degli spazi, così come “Atto Primo” cattura l’animo umano nel buio dell’architettura. Sicché gli elementi esterni, diventano spunto per la meditazione oltre il limite della coscienza umana.
Non solo per romani ma per chiunque fosse di passaggio a Roma dal 20 al 24 maggio, la Basilica di Santa Maria in Montesanto offrirà quest’ occasione di riflessione.
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