Immagine e illustrazione – Erwin Olaf per la prima volta in Italia

La fotografia si sta trasformando, o meglio, le immagini stanno prendendo nuove forme. In particolare stiamo parlando dell’immagine pubblicitaria, che nel corso del tempo ha subito molti mutamenti. L’illustrazione nella fotografia viene sempre più utilizzata, le immagini realizzate sono sempre più perfette, come nel caso del genio della moderna fotografia di ritratto, l’olandese Erwin Olaf, il quale mischia in modo sapiente il reportage giornalistico con la foto realizzata in studio e il ritratto posato. Di questo fotografo si apre la prima mostra personale in Italia, al Forma di Milano, dal 16 giugno al 12 settembre 2010, organizzata in collaborazione con la Mondrian Foundation e il Consolato Olandese in Italia. In questi ultimi anni Erwin Olaf è diventato anche uno dei più ambiti e richiesti autori di film commerciali e di pubblicità, numerose sono le grandi marche che si affidano alla sua capacità di progettare e realizzare storie elaborate e avvincenti.

Ciò che ammireremo al Forma saranno le sei tra le ultime e più significative serie fotografiche (accompagnate dai film corrispondenti) realizzate: Rain, Hope, Grief, Fall, Down e Dusk e Hotel. “Quando lavoravo a RAIN, HOPE e GRIEF, non ero perfettamente sicuro di cosa volessi dire. Ora sto crescendo. Ho più dubbi e non so dove il mio lavoro mi porterà. Sento di stare esplorando. Quando realizzavo la serie DUSK ancora non conoscevo le risposte. Ora che ho terminato DAWN, capisco finalmente cosa volevo dire. Non penso di poterlo esprimere a parole, ma credo di saperlo. La cosa migliore, è quando alla fine di tutto rimane un punto interrogativo”. I soggetti di Hope (2005) e Rain (2004) rimandano a stereotipi americani, immagini che lasciano l’osservatore in bilico tra esistenze vissute o solo sognate. Mentre Grief (2007) ritrae persone che piangono, che fissano punti lontani, come in attesa di qualcosa che cambierà la loro vita, Fall cattura situazioni “sbagliate” di una sessione di posa, occhi che non guardano la macchina, ma che guardano in basso, come richiamare allo spettatore mute domande alle quali non vi sono risposte. Dusk e Dawn sono il risultato di un percorso diverso, è una ricostruzione di atmosfere, il primo realizzato a seguito del suo viaggio negli Stati Uniti, sotto l’influenza della visione di un album di fotografie di studenti afroamericani dei primi del Novecento, The Hamptons Album, realizzato dalla fotografa francese Frances B. Johnston, che porta Olaf a giocare sui temi del nero tipografico e fotografico. Si contrappone Dawn, dove personaggi dalla pelle chiara ed evanescente, in stanze vuote ed immense, sono protagonisti del risultato ottenuto sotto l’influenza del viaggio, questa volta, percorso in Russia.

La mostra si conclude con la splendida serie Hotel: i personaggi sono ritratti nella loro intimità in stanze di lussuosi alberghi, in pose che richiamano le precedenti serie, per unirle tutte insieme, in armonia e semplicità, come ad essere risposta, o una nuova domanda, ai suoi interrogativi.




C'è 1 Commento

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  1. Monica Fior

    Prima in Italia per Erwin Olaf, ma anche per il noto fotografo Phil Stern, da poco 90enne, insieme, al Forma Foto di Milano, in una mostra dove Passato e Futuro si incontrano. Due esposizioni, una in bianco e nero, l’altra a colori, l’una testimonianza di un’epoca passata, dove troviamo Marilyn Monroe, James Dean, Frank Sinatra, Louis Armstrong, l’altra improntata sulla ricerca interiore e sulla creazione di situazioni volute e cercate.
    Un incontro commovente, nessun paragone, nessuna sfida, due realtà così lontane l’una dall’altra, ma così unite da un elemento comune e profondo: la passione per la fotografia. I due fotografi si incontrano nello spazio comune espositivo, stringendosi la mano, autografando i rispettivi cataloghi, ridendo e scherzando allegramente.
    Gli anni passano, il tempo passa, tante cose cambiano, altre rimangono immutate: le immagini, fotografiche e non, quelle che lasciano un segno, che toccano il cuore, quelle non tramonteranno mai, quelle rimarranno sempre, nei nostri occhi e nella storia.


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