IL COVID-19 IMPATTERA’ PESANTEMENTE SUL SETTORE MODA
Stiamo vivendo un momento particolarmente difficile per l’Italia, decine di migliaia di persone contagiate dal covid-19 e ospedali al collasso per il numero straordinario di pazienti bisognosi della terapia intensiva. Il governo stanzia le prime misure di finanziamento straordinario ad alcuni settori , in particolare a quello sanitario, arriva a decretare il “lockdown” totale del Paese, una corsa contro il tempo per salvare vite umane. Una corsa di solidarietà tra le persone e le star , anche della moda.
Da Chiara Ferragni ad Armani, da Elisabetta Franchi a Trussardi, da Benetton al gruppo Miroglio o quello Kering con i suoi marchi italiani sono alcuni dei nomi che stanno contribuendo al reperimento di presidi e macchinari sanitari necessari per fronteggiare l’emergenza , finita la quale si dovrà tirare le somme del disastro .
Il nostro Paese ne uscirà certamente ma ne pagherà un tributo altissimo in termine di vittime e in termini di settori economici e di territorio. Sui possibili scenari futuri, si stanno cimentando molti esperti, e se per il livello del contagio e il successo del suo contenimento si utilizzano modelli e proiezioni che hanno comunque una forte aleatorietà, per il settore economico è invece un po’ più semplice procedere a delle stime, partendo dalle aride cifre.
È quello che ha fatto CERVED con la sua recente Industry Forecast, pubblicata qualche giorno prima dell’ultimo decreto del Governo, che ci riporta due scenari possibili su 200 settori dell’economia Italiana. Analizzando tramite i modelli di previsione della Centrale dei Bilanci Cerved il rischio per 223 settori, si sono formulati due possibili scenari :
- standard con l’emergenza covid-19 fino a maggio 2020;
- pessimistico con un’emergenza prolungata fino a dicembre 2020.
Va subito detto che gli scenari non tengono conto dell’aggravante relativa al recente decreto del Governo che ha ordinato la chiusura dal 22 marzo tutte le attività economiche considerate “non essenziali”, ovvero non necessarie al superamento dell’emergenza.
In entrambi gli scenari, sono state contemplate misure a sostegno di imprese, famiglie e interventi di spesa pubblica attuati per mitigare l’impatto di questa emergenza sanitaria pandemica. Se nel primo scenario vengono stimati ulteriori due mesi per il ritorno alla normalità e impatti importanti sulle economie mondiali e sull’export , nel secondo sono 6 i mesi considerati indispensabili, si parla quindi di giugno 2021, accompagnati da una chiusura dei paesi UE.
Va subito detto che non tutti i settori , ne usciranno svantaggiati rispetto alle previsioni ante pandemia, come ad esempio il settore del commercio online, della produzione di ortofrutta o della distribuzione alimentare moderna, ma in entrambi gli scenari il sistema moda sarà tra i peggiori.
Con 91,7 miliardi di euro di fatturato nel 2019 il calo nel 2020 potrebbe oscillare tra il -6,8 e il -14% circa. Un impatto forte per i prossimi 12 mesi che potrebbe essere mitigato da una successiva ripresa, anno su anno che porterebbe ad un parziale recupero a fine 2021 attestandola performance a fine 2021 rispetto alla situazione precedente alla pandemia tra il -0,7% e il -5%. Il sistema moda , prevede Cerved, sarebbe uno dei settori che non riuscirà a superare, o almeno recuperare, i valori pre crisi nei prossimi due anni.
Il manifatturiero tessile, la creatività e la produzione di eccellenza tipiche del sistema moda Made in Italy, devono tenersi pronti ad un futuro prossimo, più complicato del previsto e con loro anche la politica che governa la Nazione dovrà tenerne conto nelle prossime misure economiche.
Scarica qui il rapporto Cerved
anche il settore moda subirà questi eventi ma saprà trasformarsi con la creatività propria del nostro bel paese. La ricercatezza nella sobrietà l equilibrio degli eccessi la fantasia nella semplicità dei prodotti non mancheranno di certo.. un approccio e una nuova sfida per un futuro che nn sarà più come prima.