I paradossi di Bill Durgin : anima e corpo e corpi senz’anima. Sculture immaginifiche di un newyorkese minimalista

 

Bill Durgin - ph: Bill Durgin

Con i suoi scatti, Bill Durgin, fotografo statunitense contemporaneo, esplora chirurgico il corpo e celebra la sperimentazione visiva, scrivendo con la luce la storia di un talento. Nascondendo il superfluo, con le sue opere scatena un desiderio materico ma non peccaminoso, evocando con i suoi soggetti-oggetti ciò che non vediamo. Una parte per il tutto, la sineddoche di Bill, quando colpisce affonda.

Boston e San Francisco sono state teatro della sua formazione. Cercando di scorgere un filo rosso che leghi tra loro i suoi lavori, una filosofia alla base delle sue creazioni,  abbiamo deciso di lasciare la parola all’artista, che abbiamo intervistato per voi. Prima di tutto, volgiamo lo sguardo al passato, a ciò che maggiormente ha ispirato il fotografo nordamericano. Netta è l’influenza del pittore Francis Bacon, di cui Durgin è un grande estimatore.

“Le  figure astratte di Francis Bacon sono sublimi. Ho capito che aveva bisogno di lavorare con le fotografie dei soggetti che ritraeva perché non voleva che i modelli fossero presenti mentre faceva violenza alla loro immagine. I suoi corpi violenti e cupi, carichi di sensualità, si sviluppano in un ambiente equilibrato e crudamente minimal. Posso solo sperare di raggiungere questo obiettivo con il mio lavoro”, ci spiega Durgin.

Foto di Bill Durgin - figure and wares

L’estro inconfondibile di Durgin ha sedotto i visitatori delle gallerie d’arte di New York e Barcellona, i guru della moda e alcune delle testate più in voga del globo. Interessante è stato scoprire come Durgin possa conciliare le sue sperimentazioni con il mondo della moda.

“Ho lavorato per alcune riviste utilizzando abiti di stilisti famosi (come Jil Sander e Versace – n.d.r.). Il mio modo di lavorare con il corpo è molto diverso da quello che spesso si vede nelle foto di moda e per questo molte persone lo hanno trovato gradevole e affascinante. Quando ho realizzato il mio primo fashion shooting utilizzando corpi contorti, non ero certo che mi sarebbe piaciuto né ero sicuro di quello che avrei pensato delle  immagini. Ho lavorato per un fotografo di moda, prima e durante la specializzazione, per cui sapevo cosa doveva esser fatto e conoscevo abbastanza bene l’importanza di rendere al meglio gli abiti. Alla fine, in questo mondo ho trovato abbastanza libertà e ciò mi ha aperto molte nuove possibilità e una nuova strada per far conoscere il mio lavoro. I servizi fotografici sono di solito realizzati in un solo giorno o, se sono fortunato, in due. Sono un po’ stressanti, ma possono essere anche piuttosto soddisfacenti”, ci racconta l’artista.

Foto di Bill Durgin figure and wares

Durgin non nasconde parte dell’immagine che ritrae nell’oscurità, bensì in stanze inondate di luce, cercando di modellare i corpi immortalati dagli scatti attraverso l’utilizzo di inusuali prospettive e angoli bui. Attratto dall’estetica minimale, predilige, per il suo lavoro, ambienti sterili, incontaminati come quelli di uno studio fotografico. Taglio, compressione, torsione e flessione sono i tratti distintivi dei movimenti e degli sforzi che fa  compiere ai corpi, in una danza non sanguigna, diventando così il coreografo dell’architettura umana, a volte melanconica, altre vibrante e sospesa nel vuoto. L’anatomia di un’emozione non è l’unico motivo ricorrente nell’arte di Durgin. Ulteriore fonte d’ispirazione è il cibo che, di frequente, abbina a nudi artistici facendo sposare il mondo scultoreo delle sinuosità (spesso) femminili con il suo talento compositivo. Le affinità tra questi diversi elementi nascono grazie a prospettive audaci che premiano i particolari, isolando per vedere meglio. Molti modelli vengono, ad esempio, ritratti senza testa. Forse perché, parafrasando Durgin, senza testa non c’è identità e senza identità il corpo si trasforma in scultura. Ci siamo chiesti che analogie trovi tra statue di carne e nature morte e da dove scaturisca questa sua passione per il cibo.

“Ho una grande passione per la cucina. Mi piace sia la preparazione che la presentazione di un piatto. Da  poco ho finito di lavorare su un libro di cucina con Jehangir Mehta intitolato Mantra e speravo di ottenere qualche altro ingaggio in questo campo. Mi è piaciuto molto mettere insieme elementi diversi e mi chiedevo come avrei potuto riproporli nella mia arte. E così mi è venuta l’idea di unire nudi e nature morte, insieme, come nei dipinti classici. Per questa serie di opere, preferisco partire dal nudo e poi creare una natura morta con cui l’immagine possa sposarsi. Ho scoperto che i miei nudi sono vasi impenetrabili che contengono sensazioni senza uno sbocco apparente. È come se le nature morte fossero i contenuti fuoriusciti dai nudi”, prosegue il fotografo.

Foto di Bill Durgin - nudes and still lifes

Un aforisma cinese recita più o meno così: quando un albero cade in una foresta, e non c’è nessuno, fa rumore? Nel nostro caso potremmo chiederci se in assenza di pubblico o di esposizioni l’arte cesserebbe di esistere. Per far luce, almeno in parte, su questo aspetto, abbiamo chiesto a Bill di spiegarci il motivo che lo spinge a realizzare le sue mostre e cosa significa essere un artista.

“Essere un artista è una necessità.  Ti spinge a concepire, improvvisare, entrare in studio e creare qualcosa. Non importa se sia la cosa migliore che tu abbia mai fatto, o sciocchezze varie. Quando un’opera funziona te lo suggerisce il cuore ed è una sensazione meravigliosa. Mi sforzo continuamente di arrivare a questo e so che commetterò degli errori. Questi sbagli sono importanti e non devono essere sottovalutati, perché ti suggeriscono come  poter migliorare, e come raggiungere nuovi traguardi. Tutte le opere che realizzo sono destinate ad essere viste, su una parete. Voglio controllare l’impatto che la dimensione, la scala e la qualità di stampa dell’immagine esercitano sul pubblico. Anche perché le immagini riprodotte su un monitor non sono mai buone come una stampa fotografica. Essere fisicamente coinvolto con ciò che esponi è in assoluto il modo migliore per sperimentare il lavoro e può essere molto emozionante”, conclude Durgin.

Questo è il mondo di Bill Durgin. Alcune immagini potranno scatenare un senso di disagio nello spettatore; un imbarazzo che in molti provano nei confronti dei fatti e delle verità nascoste.

Foto di Bill Durgin - Assemblage




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