“Hasta Siempre!” Una Cuba “italiana” e un inedito Che Guevara fotografo in mostra a Roma
“La latinità in questa parte del pianeta è singolare e incomparabile. L’isola è uno stato dello spirito, uno spazio immaginario dove abitano come in un ingenuo paradiso non pochi misteri dell’esistenza umana”. E’ la descrizione di Cuba da parte di Eusebio Leal Spengler, Historiador de la Ciudad de la Habana, una terra il cui nome proviene dal cubao raducibile pressappoco con “dove si trova terreno fertile”, patria di viaggi e sogni esotici, segno preponderante del termine “Rivoluzione”.
Al di là dei luoghi comuni non tutti sanno che Cuba è il secondo paese al mondo per il tasso di alfabetizzazione, da ricordare inoltre il grande rapporto dello scrittore statunitense Ernest Hemingway con l’isola: la sua casa all’Avana è stata recentemente adibita a museo; persino lo scrittore Italo Calvino era cubano di nascita: nacque infatti a Santiago de las Vegas da genitori italiani, ma all’età di tre anni emigrò in Italia con la famiglia. Il legame poco noto ma comunque intenso con l’Italia che copre un arco temporale lungo più di cinque secoli viene affrontato quest’anno al Museo di Roma in Trastevere a a Roma nella mostra Cuba, una storia anche italiana.
Dal 17 giugno al 2 ottobre in mostra verranno affrontati i temi dell’architettura, del cinema e della musica attraverso documenti, fotografie, filmati, brani musicali e videoregistrazioni assolutamente originali e spesso del tutto inediti in Italia. Grazie alla collaborazione con l'”Ambasciata di Cuba in Italia”, la mostra nasce da un’idea dell’Associazione “L’Altra P…Arte” e, in particolare, del coordinatore della mostra, Marco Marini che si è avvalso di collaboratori di rilievo come Renzo Arbore, Philippe Daverio, Gianni Minà, Franco Pecci, Eusebio Leal Spengler.
Architettura, musica e cinema, queste le tre sezioni principali che spazieranno dall’analisi curata dal Prof. arch. Vittorio Garatti dello stile architettonico italiano presente a Cuba soprattutto nel centro storico della citta dell’Havana; il cinema a cura di Adriano Pintaldi: ricordiamo solamente sia che tra le più recenti testimonianze della grande attenzione di Cuba per il Cinema Italiano la EICTV (Escuela Internacional de Cine y Television) ha inaugurato, con la presenza all’Avana di Marcellina De Marchis Rossellini e dello stesso Adriano Pintaldi, uno spazio intitolato a Roberto Rossellini, sia che gran parte dei registi cubani, oggi affermatisi anche a livello internazionale, hanno studiato a Cinecittà e al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Per la musica si partirà delle origini fino alla “timba”, i suoni della contemporaneità cubana: dal “ Bel canto”, alla scoperta dell’immensa originalita ritmica che Cuba ha sempre esportato in tutto il mondo e che, inevitabilmente, ha finito per sedurre anche i nostri musicisti. Anche la fotografia avrà un ruolo fondamentale perchè contemporaneamente alla mostra su Cuba sarà allestita una mostra presentata parzialmente per la prima volta proprio a Cuba nel 1990, e che fino ad oggi ha attraversato una dozzina di cittá latinoamericane ed europee: Che Guevara fotografo.
Un volto inedito per colui che più che un’ideologia rappresenta un’icona del XX secolo. Lo testimoniano i film come quello del 2004 “I diari della motocicletta” di Walter Salles, le canzoni a lui deidicate da “Anch’io ti ricorderò” di Sergio Endrigo (1968) a “Tre passi avanti” della Bandabardò (2004), la famosa serigrafia di Andy Warhol (1962) e i suoi scritti tra cui “Prima di morire. Appunti e note di lettura” (1998), titolo di una raccolta delle citazioni preferite di Ernesto Guevara. Il “Che”, chiamato così dalla locuzione che equivalente dell’ “ehi, bene”, che lui come quasi tutti gli argentini utilizzava per richiamare l’attenzione dei propri compagni di lotta cubani in Guatemala.
“Non è questo il racconto di gesta impressionanti. È il segmento di due vite raccontate nel momento in cui hanno percorso insieme un determinato tratto, con la stessa identità di aspirazioni e sogni. Forse la nostra vista non è mai stata panoramica, ma sempre fugace e non sempre adeguatamente informata, e i giudizi sono troppo netti. Forse” (da “I diari della motocicletta”, 2004), l'”artista” Che Guevara, laureato in medicina ma fin dalla tarda adolescenza appassionato di fotografia tanto che trascorreva molte ore a fotografare persone e luoghi fino ai siti archeologici visitati nei suoi viaggi, dal 17 giugno all’11 settembre sarà così presente con 232 copie fotografiche realizzate a partire da positivi e negativi originali in bianco e nero e a colori che descrivono la sua vita. Il tutto corredato da interviste registrate in video inedite e da alcune immagini, di autori anonimi e conosciuti, in cui il Che appare accompagnato dalle sue macchine fotografiche. Carlos Puebla o i Buena Vista Social Club canterebbero “Hasta Siempre! […] Aquí se queda la clara, La entrañable transparencia, De tu querida presencia”… Cuba, aggiungeremmo.
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