EDITORIALE 3 marzo 2011
“REAL TIME”
Carissimi lettori,
Nel Medio-Oriente le tensioni e le “rivoluzioni” si accendono a catena e i governi cadono come tessere di un domino. La situazione è di quelle da osservare con attenzione. Ma non tratterò di questo. L’editoriale di Marzo arriva nel mezzo delle Fashion week internazionali. Abbiamo appena finito di seguire New York, Londra e Milano e ora la carovana della moda si sposta a Parigi. Ma non parlerò di questo. O forse si , parlerò di tutto questo, ma da un punto di vista diverso. Vorrei riflettere sulle possibilità di cambiamento della società moderna, del costume, del modo in cui si comunica e si trasmettono le idee. I movimenti di piazza di questi giorni, in Egitto, Libia, Tunisia, sono nati grazie all’aiuto della tecnologia in particolare del web, di facebook e degli smartphone. Più semplice, vasto, veloce, di un volantino clandestino o di un passaparola tradizionale, oggi si creano eventi prima sulla piazza virtuale di internet e poi ci si trasferisce nella dura realtà delle piazze e delle strade che si chiamano Avenue Bourghiba o Piazza Tahrir. In diretta sono riprese da migliaia di telefonini. Intanto a New York, Milano, Londra e Parigi, le sfilate si aprono in diretta streaming sul web, o su Facebook. Tutto REAL TIME. Non c’è più il tempo per scattare delle foto (anche in digitale) e consegnarle ad un runner che le porti alle agenzie di stampa, impaginare un giornale con i fatti di qualche ora prima, montare un servizio televisivo. Tutto viaggia veloce, il fiume della comunicazione scorre nelle nostre mani, adesso.
Impossibile non accorgersi di questo, rimanere indifferenti, di fronte ad un cambiamento epocale, ovvero l’introduzione della variabile Internet nelle nostre vite e quindi nella nostra società. Il 2 marzo non è una data storica per il pianeta Terra, ma oggi è stato presentato iPAD2 . All’inizio sembrava anche a me delirante parlare di un singolo oggetto, seppur tecnologico, e accostarlo agli eventi del Mondo. Poi ho pensato che questi oggetti stanno cambiando profondamente la società e in qualche modo la storia contemporanea. E’ successo in un passato recente con la Radio, la TV, i Satelliti, ora con il web. Nei colpi di Stato, nelle rivoluzioni o contro-rivoluzioni non sono le TV e le Radio ad essere conquistate o distrutte? Non sono proprio le trasmissioni “clandestine” (ricordate Radio Londra) a bucare le barriere ed i confini? Oggi infatti si spengono le trasmissioni cellulari per motivi di sicurezza nazionale, come è successo in Egitto.
Nel mondo della comunicazione e quindi del Giornalismo, tutto questo incide in maniera estrema. Quello che non può un reporter con i suoi 10 kg di attrezzatura fotografica, può un passante con i suoi 200gr di telefonino.
Riflettendo su tutto questo, mi è apparsa l’immagine delle mie amiche blogger, che con il loro cellulare smartphone o con un iPAD documentano, in diretta, quello che stanno vedendo , le loro impressioni (seppur scarne e ripetitive a volte). Gli uffici stampa lo hanno capito e, se cercate un posto per le vostre preparatissime redattrici alle sfilate, forse non lo troverete o semmai lo troverete “ST-anding” ovvero in piedi, perchè in prima fila, comodamente sedute, ci saranno le giovanissime blogger. Sono loro che veicolano l’informazione, che raggiungono un pubblico sempre più vasto. Ma non lo fanno grazie all’esperienza accumulata negli anni (al massimo avranno 25 anni) ma solo grazie alla familiarità con il web e gli smartphone oltre al fatto che non hanno alcun tipo di remore ad usarli e, perchè mai dovrebbero averne? Loro vincono la battaglia della comunicazione, le paludate giornaliste invece la perdono, nella disperata rincorsa al lifting delle loro rubriche trasformate tutte in Blog, con tanto di foto o video sfocati fatti con il telefonino.
C’è da chiedersi se in tutto questo non si stia perdendo anche qualcosa, ovvero il gusto per la qualità, il tempo per riflettere, la possibilità di far riflettere. Nelle scuole di giornalismo insegnano che il giornalista deve rappresentare i fatti, la realtà. Questo è vero ed accade se consideriamo che quello che ci viene riportato dal giornalista è si un fatto, ma che non dobbiamo dimenticarci che lo è dal suo punto di vista, dalle qualità di chi scrive, da quelle del suo Caporedattore e da quelle del suo Direttore Responsabile. Non c’è inganno, se tutto questo è chiaro e preciso. Stessa cosa vale per un’ immagine, quello è l’abito, ma la sua rappresentazione non prescinde dalla qualità dell’obiettivo che lo riprende e dall’abilità del fotografo che scatta. Queste qualità sembrano importare sempre meno e, se in alcuni casi si fa di necessità virtù, “piuttosto che niente è meglio piuttosto”, in altri si abbassa il livello della comunicazione. Un vecchio proverbio dice che “la gatta frettolosa fa i gattini ciechi”. Ecco, io penso che non si debba ostacolare il progresso , sarebbe velleitario come asciugare gli scogli del mare, ma neanche perdere di lucidità di fronte alle enormi possibilità che la tecnologia ci offre e ci offrirà in futuro. Mi sento di riportarvi le parole che ha pronunciato in diretta streaming Steve Jobs al termine della presentazione del suo nuovo iPAD2 : “La tecnologia non è sufficiente, deve essere abbinata a valori umani come la creatività e le emozioni, soprattutto nell’era post Pc”.
Davide G. Porro
Direttore Responsabile
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