Bulgari adieu, la proprietà passa a LVMH
Bulgari parla francese. Mentre la moda dell’autunno che verrà sfilava elegantemente a Parigi un altro grande nome italiano prendeva il volo verso la Francia, e così il colosso della gioielleria nostrana è entrato a far parte della grande e potente famiglia LVMH. Un gran colpo per la
holding che così conquista posizioni e concorre per il posto di leader anche nel settore gioielleria posizionandosi come concorrente diretto di nomi radicati come quello dello svizzero Richemont.
“E’ stato un passo inevitabile. Ci stiamo ragionando da tempo. La famiglia e’ sempre piu’ grande. Tanti figli, cugini e nipoti. Il prossimo passaggio generazionale rischiava di essere complicato. E per senso di responsabilita’ verso i 4.000 dipendenti abbiamo preso questa decisione. Come puo’ immaginare, con grande sofferenza personale” così ha commentato al quotidiano La Repubblica, Paolo Bulgari, Presidente dell’azienda, che ha anche confidato di aver provato per anni senza successo a cercare un interlocutore italiano che partecipasse, anche in minoranza, alla guida del marchio, e che la scelta di conferire al gruppo LVMH il controllo di Bulgari è arrivata solo in seguito a diversi rifiuti.
“Abbiamo trovato in Bernard Arnault e nel gruppo Lvmh tutti gli elementi atti a garantire la continuità del gruppo: una capacità di accogliere e credere nel marchio e di farlo crescere e sviluppare mantenendo la loro identità e originalità; una cultura identica alla nostra, concentrata sulla qualità estrema e sull’eccellenza e anche una perfetta armonia tra il controllo familiare del capitale, una visione strategica di lungo periodo e un’apertura al mercato borsistico che risulterà stimolante per la gestione e garantirà, al contempo, la liquidità” hanno fatto sapere Paolo e Nicola Bulgari, che rimarranno presidente e vicepresidente del cda di Bulgari, mentre Francesco Trapani, oggi ad del marchio, avrà il compito di supervisionare l’attività di gioielleria e orologeria del gruppo francese guidato da Arnault entrando anche a far parte del comitato esecutivo.
Così Bulgari smette dopo quasi 127 anni (l’azienda è stata fondata nel 1884 da Satirio Bulgari) di essere italiana, ma non è che l’ultima firma tra i nomi autorevoli che a poco a poco hanno perso la cittadinanza italiana, a cominciare da Fendi ed Emilio Pucci che fanno parte proprio del gruppo LVMH (insieme ad altre griffe autorevoli come Christian Dior, Givenchy, Kenzo, Celine) ma anche Gucci, Bottega Veneta, e Sergio Rossi, che invece fanno capo al gruppo PPR (in compagnia di brand internazionali come Alexander McQueen, Yves Saint Laurent e Stella McCartney).
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