Arti visive e Musica : una mostra a Roma indaga sulla “visione” musicale.
Andy Warhol è stato il primo. Nel 1967 grazie all’affermazione internazionale del fenomeno Pop firma la famosa e dissacratoria copertina del disco dei Velvet Underground. E successivamente creò una delle icone del XX secolo: la lingua di Sticky Fingers, album dei Rolling Stones. Da lì lo seguiranno molti altri.
L’arte contemporanea si riappropria del pubblico e lo fa avvicinandosi all’arte che per antonomasia è la più vicina al “popolo”: la musica. Roy Lichtenstein che crea l’immagine per l’album di Bobby “A”, I cry for you, ispirandosi al suo ciclo delle Crying Girl, Peter Blake che realizza la copertina del leggendario Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, ma anche copertine ideate da Luigi Veronesi per Renato Carosone, il disco specchiante realizzato da Michelangelo Pistoletto per Enrico Rava, il cofanetto di Emilio Vedova per il compositore sperimentale Bruno Maderna, la copertina di Renato Mambor per Paola Pitagora.
Ed anche i più “sopra le righe” come Robert Mapplethorpe, che firma Horses di Patti Smith, ed infine Robert Rauschenberg, Mario Schifano, che realizza le immagini per il gruppo Le Stelle, Salvador Dalì, Joan Mirò, per arrivare a Damien Hirst con i suoi dissacranti teschi per The Hours. Il connubio è ristabilito. Già una mostra nel mese di luglio a Roma, all’Auditorium Parco della Musica ha celebrato tutto questo. In Synchronicity – Record Covers by Artists si è parlato della collaborazione a stretto contatto della creazione grafica o fotografica delle più famose Cover d’autore. Oggi, sempre a Roma si porta sul palco del Room26, luogo e perno indiscusso della musica a carattere internazionale, una mostra che dal 18 novembre darà voce alle immagini fotografiche dei protagonisti della scena musicale.
20 fotografi e artisti in 1800 mq che attraverso il mezzo fotografico daranno vita alla propria visione della musica. Ed ecco che vedremo “volteggiare” Patty Pravo nel b/n di Giovanni Cozzi, oppure Frederic Rzewski immortalato al pianoforte da Claudio Abate; Francesca Da Canal che unisce folk-rok, se così si può dire, e Stefano Esposito che con il suo “collage fotografico” dichiara apertamente il suo amore per la musica. Ognuno proporrà la propria visione. Immagini inedite ed esposte qui per la prima volta che rappresenteranno il primo di tre incontri successivi.
I curatori Barbara Martusciello e Giuseppe Stagnitta, su progetto di Takeawaygallery articoleranno i successivi due appuntamenti giovedì 20 gennaio e giovedì 17 marzo 2011. Le opere che parteciperanno all’iniziativa saranno d’ispirazione digitale come quelle di Matteo Basilè, oniriche come è invece la visione fotografica di Emiliano Cataldo, di scena come quelle di Mimmo Cattarinich, poetiche e suggestive, segno distintivo di Rosetta Messori, o dall'”architettura incisiva” tipica di Carlo Gallerati. Seguiranno le opere di Angelo Cricchi, Nicola Di Caprio, Teresa Emanuele, Ilaria Ferretti, Rodolfo Fiorenza, Guido Laudani, Claudio Palmieri, Nicolaj Pennestri, Arash Radpour, Fernanda Veron e Pino Settanni. La musica sarà anche qui la protagonista non solo per le immagini ma proprio come “suono”. L’eclettismo di Maurizio Cascella dalle sonorità elettroniche e contaminazioni Afro, Dub e New Jazz accompagneranno la serata inaugurale. Il tutto crea un mix suggestivo per una mostra che si propone come connubio delle arti. Visivo e sonoro si concretizzano. Che aspettiamo? Non ci resta che affinare la vista e tendere un pò di più l’orecchio.
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