Roma: Michele Corleone scatta i ritratti del Giappone contemporaneo
Può sembrare ripetitivo ed ovvio dire che il Giappone, inteso non solo come identificazione geografica ma come popolazione e cultura, è una delle nazioni che uniscono da sempre in maniera indiscutibile la tradizione con l’arte. L’apice dell’espressione del gusto giapponese può essere descritto con l’amore, e non la ricerca sia ben chiaro, del bello. Il bello che non è come noi occidentali lo intendiamo ovvero la perfezione.
E’ il bello che si tinge sempre di malinconia, di non-costruzione, di sobrietà e soprattutto di misura. Equilibri infallibili che fanno addirittura affermare ai giapponesi che la perfezione è bella ma è stupida. E’ preponderante un carattere intuitivo che quindi lascia a chi vede, legge, ascolta, il filo conduttore dell’opera stessa fatta di sintesi, e di wabi e sabi, direbbero i giapponesi. Se in Giappone i valori estetici diventano valori estetici di massa che coinvolgono tutte le arti, dalla poesia breve, essenziale e evocativa, al teatro No che rappresenta drammi con gesti stilizzati e simbolici, fino alla pittura ad inchiostro che evoca il tutto tramite pochi tratti, la letteratura non è da meno. In questo mondo si colloca la nuova letteratura giapponese, erede con qualche anno di distanza di quella che in America si diffuse come beat generation, movimento artistico, poetico e letterario sviluppatosi dal 1947 fino alla fine degli anni cinquanta attraverso autori come Jack Kerouac, Allen Ginsberg, William Burroughs, Gregory Corso, Neal Cassady, Gary Snyder, Lawrence Ferlinghetti, Norman Mailer.
Alla Doozo Gallery di Roma, sarà presentata in anteprima ボケ東京 (BokeTokyo), Ritratti di scrittori del Giappone contemporaneo e Polaroids di Michele Corleone che inaugura, dall’11 marzo al 5 aprile, la II edizione di incontri dedicati alla Cultura Giapponese Akitsushima-Lʼisola delle libellule a cura di Angela Verdini. La mostra si compone di una serie di ritratti di scrittori del Giappone contemporaneo e di 25 close-up Polaroids, dopo già la precedente mostra Polaroids (vedi articolo pubblicato), scelti da Michele Corleone dalla raccolta TOKYOUNIQUE. Nei ritratti fotografici Michele Corleone interpella il mondo della giovane letteratura giapponese fatto di autori più o meno noti in Italia tra cui il bestseller più importante in Giappone negli ultimi anni Kosento (Presa elettrica) di Randy Taguchi definito da Ryu Marakami il libro più geniale che abbia letto negli ultimi dieci anni, Hasegawa Junko famosa per i suoi reportage illustrati, Tetsutaka Shibata che ridefinisce i confini del mistero / romanzo poliziesco, Hideyuki Kikuchi scrittore di romanzi horror contrapposto ad una scrittrice come Nobuko Tsuruta che invece esplorare i temi dell’amore romantico nelle sue varie declinazioni o Ami Sakurai che si dedica alla letteratura adolescenziale e di formazione.
Citiamo anche Inoue Masahiro, Ki Ryu Yu Kari, Chin Naito, Daido Tamaki, Gaku Yakumaru, Kanehara Hitomi, Taguchi Randy, Yumeaki Hirayama e Grave Grinder, tutti ritratti da Corleone e che hanno come comun denominatore pur affrontando generi differenti: una comunicazione non definita ovvero il lettore è portato a completare con la propria immaginazione ciò che nell’opera non viene completamente esplicato o mostrato. Oltre a questi scatti il fotografo ci propone 25 close-up in Polaroid dedicati al Giappone. Tokyo è l’immaginario, afferma lo stesso Corleone, è una metropoli che non esiste nel suo esistere […] in apparenza ha un aspetto ma nell’intimo sfugge ogni regola […] la voce-immagine dello scrittore squarcia l’apparente calma che si nasconde dietro la distanza formale […] lo scrittore violenta l’illusione di perfetto equilibrio che l’Occidente si è costruito nell’immaginare questo Oriente. Così nelle Polaroid il fotografo ci propone il non-equilibrio, la ricerca di identità, la sfocatura e la confusione mentale del termine boke.
Sfocatura formale e tematica dei grattacieli, delle metropolitane, dei passanti per strada. Una città in avvenimento come la stessa scrittura nata in questa città. Testimonia se stessa senza cederci particolari istruzioni per l’uso. Il libro-catalogo BokeTokyo con testi di Paola Scrolavezza, Hasegawa Junko, Yumeaki Hirayama, Antonia Gozzi e Michele Corleone è presentato da Paola Scrolavezza, docente alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dellʼUniversità di Bologna. Il tutto è accompagnato dalla prima esecuzione live di Un Concerto Per Fotografie, progetto compositivo di Antonia Gozzi e Luca Tilli, violoncellista, concepito a partire dalle registrazioni del paesaggio sonoro della città di Tokyo e dalle voci degli scrittori. Cosa consigliare definitivamente a quest’ultimi? Essendo eredi del beat americano non fate periodi che separino frasi-strutture già confuse arbitrariamente da falsi punti e da timide virgole per lo più inutili, ma servitevi di un energico spacco che separi il respiro retorico (come il musicista di jazz prende fiato tra le varie sonate) (Jack Kerouac). Il tutto condito dalla propria tradizione.
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