Stanley Kubrick: geniale regista, grande fotografo in mostra a Milano.
Il grande regista di origini ebraiche, uno dei maggiori del ‘900, Stanley Kubrick, è conosciuto da chiunque per i suoi capolavori cinematografici: Arancia Meccanica, Full Metal Jacket, 2001: Odissea nello spazio, Shining, Eyes Wide Shut. Non molti però sono al corrente dell’esistenza di Kubrick fotografo, che a 13 anni ricevette in regalo una macchina fotografica, la quale diverrà, assieme agli scacchi, la sua passione. Nel 1945, solo 17enne, ritrae un edicolante rattristato della notizia della morte del presidente Roosvelt, immagine che poi vende alla rivista Look. Questo l’inizio di una carriera sempre in ascesa.
La mostra allestita a Milano, a Palazzo Reale (16 aprile-4 luglio), è stata prodotta in collaborazione con il Museum of the City of New York e la Library of Congress di Washington, che custodiscono un patrimonio ancora sconosciuto di oltre 20.000 negativi di Stanley Kubrick; a seguito dell’attenta analisi di 12.000 di questi negativi da parte del curatore e studioso di arte contemporanea, Rainer F. Crone, vengono esposte per la prima volta in due sezioni espositive, alcune delle più suggestive photo-story (200 immagini circa) commissionate dalla rivista Look a Kubrick, dal 1945 al 1950, che rappresentano la vita quotidiana degli americani nell’immediato dopoguerra. Vengono toccati numerosi temi, a partire dalla famosa Paddy Wagon, veicolo utilizzato per il trasporto dei prigionieri, per poi passare alla commuovente favola del lustrascarpe dodicenne Mickey, rappresentato con carica drammaturgica attraverso un linguaggio fortemente cinematografico e con allusioni metaforiche. Sono documentati anche il dietro le quinte del circo, la vita della debuttante, Betsy von Furstenberg, la vita universitaria dell’esclusiva Columbia di New York e quella antica del Michigan. Commuove la città degli orfani, a Mooseheart, vicino a Chicago dove settecento orfani vengono accolti e sfamati. Nel 1948 Kubrick incaricato da Look, parte per il Portogallo alla volta di Nazare, un piccolo villaggio di pescatori. Ispirato da Cartier-Bresson, mette in pratica un saggio consiglio: quello di farsi coinvolgere dalle scene che compaiono nel mirino. Anche la musica viene immortalata da Kubrick: all’interno dei club alla moda di New York, dove i jazzisti Louis Amstrong e Jack Teagarden ancora non si trovano a loro agio in questi nuovi ambienti.
Look chiedeva ai suoi collaboratori di seguire i propri soggetti costantemente, raccontando la loro vita a episodi; mentre questo stile non incontrava il consenso della maggior parte dei fotogiornalisti dell’epoca, Kubrick ne era affascinato: ci accorgiamo, dalle immagini proposte alla mostra, del talento che fin da piccolo dimostrava di avere, del gusto estetico, della capacità di percepire la realtà, cercando di “estraniarsi” dalla propria opera e cercando di mantenere il più naturale possibile ciò che stava raccontando, così come continuò a fare durante la sua produzione cinematografica.
Dopo il grande successo ottenuto a Palazzo della Ragione di Milano, con oltre 38.000 visitatori, l’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti – Palazzo Cavalli Franchetti di Venezia ospita, dal 28 agosto al 14 novembre 2010 la mostra che presenta duecento fotografie, molte delle quali stampate dai negativi originali, realizzate da Stanley Kubrick dal 1945 al 1950
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