Parigi v/s Palm Springs: Robert Doisneau in mostra al FORMA di Milano

Robert Doisneau, La voiture fondue, 1944 @Atelier Robert Doisneau

Se dobbiamo parlare di icone “rosa” Il Bacio scattato “per caso” nel 1950 da Robert Doisneau all’Hotel de Ville della sua amata Parigi, è proprio una di queste. E come spesso accade un fotografo è ricordato per la sua immagine più commercializzata e non per il suo intero percorso artistico. Così è successo a Doisneau con il grande pubblico. Nessuno può supporre che oltre a Parigi protagonista del suo primo libro, realizzato a quattro mani con Blaise Cendrars, La Banlieu de Paris (1949) si siano susseguiti lavori con splendide fotografie a colori, culminanti nel 1960 quando la celebre rivista Fortune incaricò il fotografo francese di raccontare la celebre e chic città sorta nel deserto della California: Palm Springs.

Robert Doisneau, Football-Choisy le roi, 1945 @Atelier Robert Doisneau

Robert Doisneau, La voiture bleou, 1960 @Atelier Robert Doisneau

Dal 22 settembre al 17 novembre la Fondazione Forma legge e reinterpreta queste due facce del grande fotografo: l’ironia e l’eleganza sempre contornate di quella poesia che rende tanto riconoscibili le sue opere. Due mostre quindi sono nate dalla collaborazione con la famiglia Doisneau e la Fondation Cartier-Bresson di Parigi:

Dal mestiere all’opera e Palm Springs 1960. In Dal mestiere all’opera, una selezione di circa cento stampe originali, le più celebri accanto ad altre praticamente inedite, scelte in gran parte nel suo atelier e in importanti collezioni pubbliche e private francesi, vediamo descrivere minuziosamente Parigi: il suo carattere, i suoi personaggi e le sue altalenanti contraddizioni. Sarà quindi designato come ritrattista ufficiale di una città in quel b/n che coglie l’attimo dell’azione stessa.

Robert Doisneau, Les enfants dela place Hibert, 1957 @Atelier Robert Doisneau

Lo stesso b/n denso di significato proprio di una narrazione stessa. Come in La cour des Artisans (1953) oppure in Les enfants dela place Hibert (1957). Il fotografo sa interpretare lo sguardo, il passo, il luogo. In sintesi la vita stessa. L’immagine cambia ma la sintesi è la stessa in Palm Springs 1960. L’album, presentato per la prima volta in Italia mostra più leggerezza nello sguardo. I colori accesi dai forti contrasti quasi “pop” (in fondo è quella l’epoca in America).

Robert Doisneau, Fourrures party, 1960 @Atelier Robert Doisneau

Doisneau dipinse con lo sguardo il deserto californiano come in Le disert du Colorado (1960), le macchine all’ultima moda come in La voiture bleou (1960) e i cocktail da abiti firmati come in Fourrures party (1960). Mai con asprezza ma sempre con delicata ironia. Non denuncia ma analizza. E’ questa la fervida capacità di Doisneau. L’universo qui patinato rende il mondo di Palm Springs come un mondo parallelo lontano dalla vita di qualsiasi spettatore. Il fotografo che porta in scena la vita. Così potremo definirlo. Dopotutto lui stesso affermò: “Per tutta la vita mi sono divertito. Sono riuscito a costruirmi il mio piccolo teatro personale”. Speriamo di riuscirci anche noi.

Robert Doisneau, Le disert du Colorado, 1960 @Atelier Robert Doisneau




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