Venezia : al via la 69ma edizione della Mostra del Cinema
Quest’anno compie ottant’anni ma ne dichiara 69 la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. È nel 1932 che si svolge, infatti, la prima edizione del festival del cinema più famoso e più antico del mondo ma, per cause contingenti legate agli anni della guerra e del dopoguerra in cui la rassegna subì delle sospensioni o venne invalidata perdendo continuità nei primi anni, la mostra è giunta quest’anno alla sua 69ma edizione.
Tanti anni di film, di registi, di dive; tanta storia del cinema. Ed è proprio con un omaggio al Neorealismo di Giuseppe De Santis che si inaugura la serata di pre-apertura del 28 agosto in cui verrà proposta la versione restaurata di Roma ore 11, a sessant’anni di distanza dalla sua prima proiezione. Un film ispirato a un tragico fatto di cronaca accaduto a Roma nel 1951, che racconta un episodio di vita trasformato in dramma sullo sfondo di un’Italia malconcia e oppressa dalla disoccupazione. Una proposta attuale, verrebbe da pensare.
A fare da madrina alla Mostra la bella attrice polacca Kasia Smutniak , reduce dal set di Tutti contro tutti di Rolando Ravello e protagonista della fiction della Rai ispirata alla vita di Domenico Modugno, che salirà sul palco della Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido nella serata d’apertura del 29 agosto e in quella conclusiva dell’8 settembre. Undici giorni di grandi attese e di novità, a cominciare dal ritorno di Alberto Barbera, che dopo dieci anni di assenza succede alla direzione di Marco Muller. Altro punto di rottura con le precedenti edizioni il numero ridotto dei film: 18 i titoli in concorso, altrettanti per la sezione Orizzonti, 15 i fuori concorso. Una selezione limitata che punta sulla convivenza di maestri ed esordienti, che respira un’aria più internazionale e che si colora di rosa, grazie alla forte presenza di registe donne.
E’ proprio con la regista indiana Mira Nair e il suo film fuori concorso The Reluctant Fundamentalist che si apre la rassegna. A seguire un’alternanza di nomi affermati e meno noti, tra cui Brian De Palma (Passion), Takeshi Kitano (Outrage Beyond), Terrence Malick (To the Wonder), Kim Ki Duk (Pieta), Xavier Giannoli (Superstar), per citarne alcuni. Tre i registi italiani che concorrono per aggiudicarsi il Leone d’oro : Marco Bellocchio che con Bella addormentata affronta il tema dell’eutanasia, ispirandosi alla vicenda di Eluana Englaro; Daniele Ciprì che in E’ stato il figlio racconta della distruzione e dell’immiserimento morale di una famiglia palermitana in seguito alla morte della bambina, uccisa da un proiettile vagante destinata a un mafioso;
Francesca Comencini che in Un giorno speciale descrive l’incontro tra il giovane autista di un politico e una ragazza che nel politico confida per dare una svolta alla sua carriera nel mondo dello spettacolo. Tre temi fortemente intrisi di italianità, attuali e destinati a risvegliare dibattiti dormienti. La giuria, presieduta dal regista americano Michael Mann, non avrà vita facile, a giudicare il calibro di alcuni registi e le trame che, se non scadranno nella banalità, si prestano alla costruzioni di film originali e impegnati.
Lo vedremo nelle sale a Dicembre ma è in concorso a Venezia l’ultimo film del regista Terrence Malick. Girato in Oklaoma e ambientato durante il corso di diversi anni, il film racconta la storia di Neil (Ben Affleck), uno scrittore fallito rimasto bloccato in un matrimonio senza amore con Marina (Olga Kurylenko), spinto a sposarla solo perché stava scandendo il permesso di soggiorno di lei. Neil e Marina hanno una figlia, ma entrambi cercano la compagnia di qualcun altro al di fuori del matrimonio. La pellicola che vede nel cast anche Javier Bardem e Rachel McAdams affronta dunque il tema dell’ Amore e tradimento all’interno di una coppia che vive alla ricerca di una passione.
Non solo nomi scontati; la scelta del direttore Barbera è quella di puntare soprattutto su giovani registi emergenti e sconosciuti, per rendere la Mostra del Cinema di Venezia un momento di riflessione sui nuovi fermenti in linea con i cambiamenti sociali. “Se questa edizione sarà servita a far conoscere un po’ meglio qualche autore rimasto sinora confinato nel proprio Paese o nel circuito limitato di alcuni festival specializzati; se, ancor di più, avrà rivelato registi ignorati e cinematografie giovani provenienti da aree geografiche pressoché prive di una tradizione filmica consolidata, allora si potrà dire che, non solo si è reso un buon servizio al prestigio di un’istituzione che vanta trascorsi invidiabili in questo senso, ma si è riaffermato con forza il principio che un festival non può accontentarsi di essere una passerella di celebrità (ancorché autoriali) ma deve la sua principale ragione d’essere alla capacità di proporsi come uno scandaglio lanciato a sondare le profondità di un universo di cui troppo spesso si conosce solo la superficie” ha dichiarato Barbera.
Oltre al presidente, Michael Mann, le personalità chiamate a fare parte della Giuria sono anche Marina Abramovic, artista e performer serba; il regista Matteo Garrone; l’attrice e modella francese Laetitia Casta; il documentarista israeliano Ari Folman; il produttore e regista di cinese Peter Ho-Sun Chan; la regista franco-svizzera Ursula Meier; l’attrice britannica Samantha Morton; il regista e produttore argentino Pablo Trapero.
In attesa di conoscere il film vincitore, c’è chi è già meritevole di riconoscimenti : al maestro napoletano Francesco Rosi, il Leone d’oro alla carriera, per la vasta produzione di film di denuncia di corruzione, mafia, criminalità a partire dagli anni Cinquanta.
Non può che destare interesse e curiosità questa nuova e imminente edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Vedremo se le pellicole saranno all’altezza delle aspettative, sperando in molte sorprese e poche delusioni.
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